VERGUN PËTR (1890-1957)

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sacerdote greco-cattolico


Pëtr Vegun nasce il 18 novembre 1890 nella famiglia di un falegname, nella città di Gorodok, regione di Leopoli. Terminato il ginnasio a Peremyšl’, nel 1909 è chiamato alle armi dal governo austriaco e, durante la prima guerra mondiale, combatte sul fronte italiano. Viene ferito e, una volta ristabilitosi, è arruolato nell’Esercito di liberazione galiziano ucraino. Dopo la disfatta dell’Esercito ucraino nella guerra polacco-ucraina degli anni 1918-1919, passa al servizio dell’Armata bianca nel Sud della Russia e in seguito al servizio dell’Armata rossa. Vergun viene fatto prigioniero dai polacchi, ma riesce a scappare e a rifugiarsi in Cecoslovacchia. Studia teologia all’Università di Praga e contemporaneamente frequenta i corsi di filosofia presso la Libera università ucraina.
Il 30 ottobre 1927 a Leopoli Pëtr Vergun viene ordinato sacerdote dal metropolita Andrej Šeptickij, che lo manda a Berlino per assistere gli ucraini emigrati in Germania. Alle celebrazioni in rito bizantino di padre Pëtr sono presenti più di mille fedeli, fra i quali Stepan Bandera e Andrej Mel’nik. La Chiesa greco-cattolica con padre Vergun diventa il luogo dove la gente, in particolare i giovani studenti, può trovare l’aiuto umanitario di cui ha bisogno. Nel frattempo padre Pëtr non trascura i suoi impegni pastorali e culturali. Tiene conferenze sul rito bizantino nei seminari cattolici tedeschi e pubblica articoli sui giornali locali, oltre ad essere assistente alla cattedra di storia ecclesiastica all’Università di Berlino.
Con l’inizio della Seconda Guerra Mondiale inizia la deportazione in massa degli ucraini e di cittadini di altre nazionalità in Germania e nei territori occupati dai tedeschi, dove vengono sfruttati come forza-lavoro. Il 23 novembre 1940 padre Pëtr viene nominato amministratore apostolico per tutti gli ucraini greco-cattolici residenti in Germania. Preoccupato per le future vocazioni sacerdotali, padre Pëtr sostiene finanziariamente lo studio dei giovani seminaristi nelle università di Praga, Paderbon e Graz.
L’ultima celebrazione eucaristica di padre Pëtr si svolge a Berlino il 29 aprile 1945, la Domenica delle Palme. Quando il 22 febbraio 1945 l’Armata Rossa entra a Berlino e la maggior parte degli ucraini abbandona la città, il comando sovietico propone all’amministratore apostolico di trasferirsi a Monaco di Baviera, ma lui rifiuta, desiderando prestare aiuto al suo gregge, fino a che l’ultimo ucraino sia rimasto in città.
Il primo arresto di padre Pëtr avviene il 9 maggio 1945, ma dopo lunghi interrogatori viene rilasciato. Tuttavia, il sacerdote continua ad essere convocato per degli interrogatori nei mesi di maggio e di giugno. Padre Pëtr viene arrestato il 15 giugno 1945 e il 22 dello stesso mese viene trasferito a Kiev. La sua istruttoria si protrae per un anno, finché nell’estate del 1946 la Corte Marziale lo condanna a 8 anni di lager da scontarsi in Siberia. Il 22 giugno 1952 viene liberato dal lager e condannato al confino nel villaggio di Angarsk, distretto di Krasnojarsk. Nel 1954 subisce un’operazione allo stomaco che lo debilita fortemente. Un suo compagno di confino scrive a proposito di padre Pëtr: «Di lui mi ha sempre impressionato la sua forza morale. Nonostante le difficoltà e la solitudine insopportabile, era sempre straordinariamente affabile e gentile, e sul suo volto non appariva mai la tristezza. Salutava sempre ciascuno di noi con il sorriso sulle labbra…». Padre Pëtr viene costantemente convocato al comando di polizia, e fino alla morte non ha il diritto di lasciare il villaggio.
Padre Pëtr Vergun muore al confino il 7 febbraio 1957.
Viene beatificato il 27 giugno 2001, in occasione della visita di papa Giovanni Paolo II in Ucraina.