Vasil’ev Aleksandr PavloviČ (1894-1944)

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sacerdote cattolico

Padre Aleksandr nasce a Ekaterinoslav nella famiglia di un sacerdote ortodosso. Compie gli studi all’Accademia teologica ortodossa e il 1 ottobre 1927 viene ordinato sacerdote ortodosso dal vescovo Varfolomej Remov. Il 25 dicembre 1928 passa segretamente alla Chiesa cattolica. Il 15 febbraio 1931 viene arrestato a Mosca assieme ad un gruppo di russi cattolici (Processo “Solov’ev”). Durante la perquisizione trovano nel suo appartamento l’immagine di S. Teresa, il ritratto del Papa e la fotografia del vescovo Neveu, Amministratore apostolico a Mosca. Viene accusato di aver ricevuto letteratura controrivoluzionaria dal vescovo Neveu, di averla diffusa fra i conoscenti e di aver informato Neveu sulla guerra contro la Chiesa. Dai documenti del processo risulta che sarebbe stato liberato se fosse ritornato in seno alla Chiesa ortodossa, ma padre Aleksandr non accetta questa proposta. Il 10 agosto 1931 viene condannato a 10 anni di lager. Dall’agosto 1932 si trova nel Belbaltlag. Nel 1934 è trasferito nel lager nella provincia di Čita dove si inserisce nel gruppo degli stakanovisti per poter aiutare la moglie NadeŽda Sil’vestrovna che era rimasta senza alcun mezzo di sostentamento, con due piccole figlie era stata gettata sulla strada perché, come cattolica, non poteva godere di nessun diritto.
Sappiamo che nel 1944 non era più fra i vivi. Muore nel lager in data incerta. Sappiamo che il 30 ottobre 1930 era arrivata una denuncia agli organi del KGB contro padre Aleksandr : “Durante i vespri di un sabato il sacerdote Vasil’ev predicando alla gente disse: Se vi perseguitano, figli miei, non sarà per lungo tempo, portate pazienza, pregate la Regina del Cielo ed Essa vi aiuterà a liberarvi dal giogo che vi opprime”.