KOCILOVSKIJ JOSAFAT
(1876-1947) |
stampa |
vescovo greco-cattolico |
Il
vescovo Josafat nasce il 3 marzo 1876 nel villaggio Pakošivka nei pressi
della città di Sjanok, il padre era deputato della dieta galiziana. Al
battesimo riceve il nome di Iosif. Dopo il ginnasio, nel 1896, si iscrive
alla facoltà di giurisprudenza dell’Università di Leopoli. Nel 1898 interrompe
gli studi universitari per svolgere il servizio militare. Smobilitato
nel 1901, entra al collegio ruteno di Roma. Qui studia alla Università
Pontificia Angelicum; nel 1903 ottiene il titolo di dottore in filosofia
e nel 1907 quello di dottore in teologia. Ritornato in patria, viene ordinato
sacerdote il 9 ottobre 1907. Come primo incarico, è nominato vicerettore
e docente di teologia al seminario di Stanislavov (oggi Ivano-Frankovsk).
Il 2 ottobre 1911 padre Iosif entra nell’ordine di San Basilio il Grande
e prende il nome monastico Josafat. Dal 1913 insegna teologia nella scuola
monastica dell’ordine a Leopoli. Nel 1914 è mandato in Moravia per essere
rettore del seminario di Kromerež, dove a quel tempo studiavano 75 seminaristi
ucraini. Nel 1916 ritorna in Ucraina Occidentale.
Il 23 settembre 1917 padre Josafat viene consacrato vescovo da Andrej
Šeptickij. L’inizio del suo servizio episcopale coincide con la fine della
prima guerra mondiale. In quel periodo le autorità austro-ungariche avevano
internato molti sacerdoti e laici greco-cattolici nel lager di Talerhof,
perché accusati di simpatia verso Mosca. Il vescovo riesce a farli liberare.
Nella sua prima lettera pastorale del 12 novembre 1917, il vescovo Josafat
si rivolge al clero e ai laici per invitarli a intensificare il lavoro
missionario, a dare impulso all’editoria religiosa, a creare comunità
giovanili e a prestare maggiore attenzione alla vita monastica. Nel 1921
fonda il seminario a Peremyšl’. La formazione del clero, sia diocesano
che monastico, è una delle preoccupazioni principali del vescovo Josafat.
A lui spetta il merito di aver fondato il ramo ucraino dell’ordine salesiano
e di aver redatto la regola della comunità delle Suore di San Giuseppe.
Nel 1939 la parte orientale della sua diocesi viene occupata dal potere
sovietico, a cui segue per tre anni l’occupazione tedesca e, infine, il
ritorno dell’Armata Rossa. Il 21 settembre 1945 il vescovo Josafat viene
arrestato dai comunisti polacchi; fino 17 gennaio 1946 è detenuto nella
prigione della città di Rjašev e quindi trasferito nella prigione di Leopoli,
dove gli viene proposto di rinunciare alla comunione con il papa per mettersi
a capo del concilio che si stava preparando per liquidare la Chiesa greco-cattolica
ucraina e riunirla alla Chiesa ortodossa russa del Patriarcato di Mosca.
Il vescovo Josafat rifiuta, viene liberato e può ritornare nella sua diocesi.
Prevedendo prossimo un nuovo arresto e la deportazione in URSS, il vescovo
Josafat, alla conferenza dei vescovi cattolici a Czestochowa, scrive di
propria mano una dichiarazione di fedeltà a papa Pio XII: «Nel caso io
venga arrestato e deportato, prego umilmente di trasmettere al Santo Padre
che mi inginocchio davanti a lui in segno della mia fedeltà e della piena
dedizione fino all’ultimo battito del mio cuore, nell’attesa filiale della
sua paterna benedizione». Il 25 giugno 1946 il vescovo viene nuovamente
arrestato, trasportato in URSS e rinchiuso nella prigione dell’NKVD (la
polizia politica) a Kiev. Durante gli interrogatori si tenta di indurre
il vescovo a collaborare con il potere sovietico, ma lui rifiuta dichiarando
di non essere cittadino sovietico e denunciando la sua prigionia come
contraria al diritto internazionale. Nonostante la sua cattiva salute
e l’età avanzata, viene inviato nel lager a Čapaevka, presso Kiev, dove
muore il 17 novembre 1947. Il corpo viene riscattato dalle suore ortodosse
del monastero della Protezione della Madre di Dio e sepolto cristianamente.
Ora le sue reliquie si trovano nella chiesa dell’Annunciazione della santissima
Madre di Dio a Strij, provincia di Leopoli.
Il vescovo Josafat Kocilovskij viene beatificato il 27 giugno 2001.
|