Emel’janov Petr (Potapij) AndreeviČ (1884-1936)

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sacerdote cattolico

Padre Petr nasce a Prigorodnja , governatorato di Ufa in una famiglia di vecchio credenti. Il vescovo Antonij Chrapovickij unisce la famiglia alla Chiesa ortodossa di Mosca e porta con sé Petr come novizio nella lavra di Počaev. Qui pronuncia i voti solenni e prende il nome di Potapij. Nel 1911 padre Potapij viene ordinato sacerdote. Nel marzo 1917 è nominato parroco del villaggio Bogdanovka dove gode della stima dei parrocchiani ai quali non teme comunicare le sue simpatie per la Chiesa cattolica al punto di persuaderli dell’opportunità di unirsi alla Chiesa di Roma. L’incontro con Leonid Fedorov ed altri sacerdoti cattolici confermano la sua volontà . Si reca dall’amico vescovo Antonij Chrapovickij per comunicare il suo desiderio e dei parrocchiani di passare alla Chiesa cattolica. Il vescovo lo maledice. Il 29 giugno 1918 l’esarca Leonid Fedorov compie il desiderio di padre Potapij. Dopo l’unione alla Chiesa cattolica sua e dei parrocchiani, per padre Potapij ha inizio la via della Croce. Durante l’anno 1918 più volte viene arrestato dai bianchi, dai tedeschi, dagli ucraini e dai bolscevichi. Il 30 ottobre 1918 è arrestato nuovamente dai bianchi, il 27 dicembre liberato dai bolscevichi. Il 20 agosto 1919 è arrestato dai bianchi, il 24 dicembre liberato dai bolscevichi. Padre Potapij ritorna alla sua parrocchia a NiŽnjaja Bogdanovka dove il 27 gennaio 1927 viene arrestato e condannato il 12 settembre dello stesso anno a 10 anni di lager che sconta alle isole Solovki. Qui incontra l’esarca Leonid Fedorov e padre Nikolaj Aleksandrov con i quali nell’aprile 1929 celebra le funzioni pasquali. Questa è la causa per tutti tre di essere puniti con il trasferimento all’isola di maggior rigore, l’isola Anzer. Il 5 luglio 1932 padre Potapij è arrestato nel lager assieme ad un gruppo di sacerdoti cattolici che vengono accusati di “aver fondato gruppi antisovietici che svolgono propaganda antisovietica, di aver celebrato segretamente riti teologici (sic) e religiosi e di aver tenuto legami illegali con le persone in libertà per trasmettere all’estero notizie di carattere spionistico sulla situazione dei cattolici nell’URSS”. Durante l’interrogatorio Padre Potapij dichiara: “ Qui nel lager la mia fede è diventata più forte e nessuno può indebolire la mia fede”. Nel 1933 viene traferito nel lager Belbatlag ed il 4 agosto 1936 viene liberato dal lager e condannato al confino a Murmansk dove muore il 14 agosto 1936.