SOLOV’ËV SERGIJ MICHAJLOVIČ (1885-1942)

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sacerdote greco-cattolico

Padre Sergij nasce a Mosca da famiglia nobile il 13 ottobre 1885, nipote del famoso filosofo Vladimir Solov’ëv. Termina gli studi alla facoltà storico-filosofica dell’Università di Mosca. Dal 1916 è letterato e ricercatore, insegna inoltre lingua e letteratura greca all’Università di Mosca. Studia all’Accademia teologica di Mosca e nel 1919 viene ordinato sacerdote e presta servizio nella regione di Saratov. Il giorno di Natale del 1920 è accolto nella Chiesa cattolica, ma nel 1922 ritorna alla Chiesa ortodossa. Nel 1923 passa di nuovo alla Chiesa cattolica. Accanto all’attività pastorale, padre Sergij si dedica a quella letteraria: scrive la biografia di Vladimir Solov’ëv e altri testi. Nel 1926 è nominato vice Esarca dei cattolici russi. La sua attività pastorale si svolge nella clandestinità e spesso il sacerdote celebra la Divina Liturgia in appartamenti privati.
Il 15 febbraio 1931 viene arrestato a Mosca nell’ambito dell’inchiesta collettiva sui cattolici russi, assieme al decano, padre Karl Lupinovič, e ad un gruppo di 120 parrocchiani. È accusato di avere avuto contatti con il vescovo Neveu e di avere ricevuto da questi del danaro per aiutare i cattolici detenuti. La GPU (la polizia politica in quegli anni) lo costringe a rinunciare al sacerdozio: torture psicologiche sono la causa di gravi disturbi nervosi che lo portano a sottoscrive accuse assurde contro se stesso e contro la comunità cattolica. Il 18 agosto 1931 viene condannato a 10 anni di lager, commutati con il confino in Kazachstan. Il 7 ottobre 1931 è trasferito in un ospedale psichiatrico. Il 23 ottobre 1931 viene affidato ai familiari. Muore a Kazan’ il 2 marzo 1931.
Ecco cosa scrive nelle sue memorie suor Ekaterina Rubašova: «Ho incontrato per la prima volta padre Sergij Solov’ëv all’inizio del 1926. … Quanto più lo conoscevo tanto più venivano alla luce le sue qualità: una mente acuta, un’intelligenza straordinaria, profondità di pensiero, grande benevolenza verso gli altri, una semplicità da bambino … Quando celebrava lui, la Divina Liturgia era di una bellezza affascinante. … Quando proibirono di celebrare in chiesa in slavo ecclesiastico, Sergej Michajlovič continuò a celebrare la liturgia e la vigilia negli appartamenti dei suoi amici. Qui teneva anche le sue conferenze … Aveva una splendida proprietà di linguaggio, sia nelle conversazioni che nelle sue opere scientifiche: il suo pensiero era sempre originale e profondo, era un piacere ascoltarlo parlare».