Nata da un famiglia ortodossa di diplomatici russi, trascorre infanzia e giovinezza a San Pietroburgo, dove viene nominata damigella d'onore dell'imperatrice. Scoppiata la guerra del 1914, parte per il fronte. Nel 1909, mentre fa un viaggio per l’Europa, viene ricevuta in udienza in Vaticano da papa Pio X. uscendo dalla sala delle udienze, Julija dice: “Anch’io ho capito di avere un padre”. Da quel momento inizia il suo cammino verso il cattolicesimo. Dopo di aver studiato dottrina della fede e storia della Chiesa, nel 1920 la Danzas passa al cattolicesimo. Collabora con l’esarca Leonid Fëdorov, il 14 settembre 1921 entra nella comunità delle suore dello Spirito Santo, il 25 marzo 1922 pronuncia i primi voti e prende il nome di Iustina. Nel 1923 vengono arrestati vari religiosi e religiose, tra cui Julija Danzas, che trascorre 9 anni nei campi di prigionia alle isole Solovki, nel Mar Bianco. Viene liberata nel 1923, riscattata grazie all’intervento del fratello emigrato in Germania, pronto a pagare 20.000 franchi. Fugge all’estero, nel 1934 entra nel Monastero domenicano di Prouille, in Francia, dove resterà per cinque mesi. Dal 1935 al 1939 lavora per la missione russa presso il centro domenicano “Istina” a Lille e poi a Parigi. Dal 1939 si stabilisce a Roma dove, nel 1941, scrive il libro La teodicea cattolica e il marxismo. Collabora a “l’Osservatore Romano” e “Vie intellectuelle”. È autrice dei libri: Bagne Rouge (Galera rossa), (Lille, 1935), L’imperatrice tragica e il suo tempo (Verona, 1942) sulla storia dell’ultima zarina, Alessandra, e Studio sulla storia dello gnosticismo (Pietroburgo, 1913). |