BOBIK MEFODIJ (MICHAIL IVANOVIČ) (1903-1972)

stampa
sacerdote greco-cattolico

Padre Mefodij (al secolo Michail Ivanovič Bobik) nasce da famiglia contadina il 17 febbraio 1903 nel villaggio Gorinčevo, regione della Transcarpazia. Frequenta nel villaggio natio le sei classi della scuola parrocchiale e, dopo aver compiuto il servizio militare nell’esercito cecoslovacco, decide di entrare in uno dei monasteri ortodossi del monte Athos, ma non ottiene il permesso dal governo greco. Entra allora in uno dei monasteri serbi della Jugoslavia, frequenta la scuola monastica, pronuncia i voti, assumendo il nome di Mefodij, e il 17 novembre 1930 viene ordinato sacerdote nel monastero della chiesa ortodossa serba di San Michele a Belgrado-Rakovicy.
Dopo l’ordinazione padre Mefodij è mandato in missione a Lodomirovo (Slovacchia) in un monastero fondato da emigrati russi. Dal 1932 svolge il suo apostolato in varie parrocchie russe della Slovacchia orientale. Dal 1935 al 1941 studia teologia nel seminario fondato dai russi nella città di Bitol’, in Serbia. Ritorna in patria e opera nella parrocchia ortodossa di Kanora. Dall’agosto 1942 è parroco nel villaggio Sinevir. Qui padre Mefodij nota come la Chiesa ortodossa sia spesso strumentalizzata dal potere sovietico per combattere i greco-cattolici e, in genere, per fini politici.
Il 14 marzo 1942 padre Mefodij si rivolge ufficialmente al vescovo greco-cattolico di Mukačevo, Aleksandr Stojka, per essere accolto nella Chiesa greco-cattolica come sacerdote celibatario. Il 13 marzo 1943 la domanda viene accettata. Padre Mefodij è nominato parroco della chiesa del villaggio di Koločava. Dopo l’arrivo dell’esercito sovietico, il 25 ottobre 1944, anche per il parroco di Koločava inizia il calvario. Padre Mefodiij viene accusato di aver organizzato l’assassinio del presidente del soviet locale. Questa notizia viene pubblicata sul libro di propaganda L’attività antisovietica della chiesa uniate. La sorte di Padre Mefodij è segnata: il 26 novembre 1947 viene arrestato e il 9 febbraio 1948 condannato a 25 anni di lager con la confisca dei beni.
Il lager dove è condotto padre Mefodij si trova nelle vicinanze della città di Abez’ (repubblica autonoma del Komi). Viene liberato come invalido il 20 aprile 1955. Tornato a casa, si stabilisce nel villaggio Sojmy, dove trova lavoro come cassiere di una casa di cura. Muore nel 1972, viene riabilitato il 29 giugno 1991.