VacheviČ Elizaveta Vasil’evna (1885 – 1941)

 

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suora domenicana

Elizaveta nasce a Mosca in una famiglia di commercianti, frequenta l’università, ma non la termina. Passa al cattolicesimo ed entra nella comunità domenicana fondata dalla Abrikosova, dove nel pronunciare i voti prende il nome di Dominika. Insegna nella scuola clandestina della parrocchia dei russi cattolici. Il 10 marzo viene arrestata assieme ad un gruppo di cattolici russi e rinchiusa nella prigione Butyrka. Il 19 maggio 1924 è condannata a 5 anni di reclusione. Prima viene condotta nella prigione di Orel e quindi nel lager delle Solovki. Nel 1927 è trasferita nella prigione di Suzdal’ e liberata il 30 febbraio 1928 e nello stesso tempo condannata al confino in Siberia e precisamente a Kutym (Siberia Occidentale). Nel 1931 viene liberata anche dal confino con la proibizione di risiedere nelle 6 città più numerose dell’URSS. Trova da sistemarsi a Smolensk, all’inizio del 1933 si trasferisce a VoroneŽ dove il 18 agosto dello stesso anno viene arrestata e rinchiusa nella prigione di Smolensk accusata assieme ad un gruppo di cattolici russi. Il 12 marzo 1934 viene condannata a 8 anni di lager. Per due anni resta rinchiusa nella prigione di Smolensk e nel marzo 1936 è condotta a Karlag, un lager nei pressi di Karaganda (Kazakistan). Nell’agosto 1936 riceve notizia della morte della sorella nel lazzaretto del lager (Bamlag). L’ultima tappa di detenzione anche per suor Dominika è Bamlag. Qui è liberata all’inizio del 1941. Raggiunge Malojaroslavec per unirsi alle suore domenicane della comunità di Abrikosova e da qui è mandata a Brjansk dove scompare durante l’occupazione del paese da parte dei tedeschi.