ŠeŠkeviČus Antonij
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sacerdote cattolico |
Padre Antonij è sacerdote latino lituano. Dopo l’arrivo
in Lituania dell’esercito sovietico durante la Seconda Guerra Mondiale,
inizia anche in questo paese la persecuzione contro la religione. Padre
Antonij viene arrestato in base all’art. 58, condannato al lager e alla
confisca di ogni bene.
Dopo la liberazione, ottenuta per l’amnistia concessa per la morte di
Stalin, dal 1955 inizia il suo lavoro apostolico fra i cattolici deportati
nelle regioni del Kazakistan. Nel 1962 viene nuovamente arrestato in Kirghistan.
Riportiamo la testimonianza di padre Bukovinskij: “Padre Antonij appartiene
alla schiera dei missionari eminenti… Non l’ho conosciuto personalmente,
ma l’eco della sua attività missionaria giunge costantemente al mio orecchio…
La persecuzione da parte delle autorità comuniste lo consigliano di abbandonare
il Kazakistan e trasferirsi nel Kirghinstan e precisamente nella città
di Kant, non lontano dalla capitale. Anche qui egli unisce un intenso
lavoro pastorale sul luogo a molti viaggi missionari nelle regioni sia
vicine che lontane. I suoi viaggi vengono temporaneamente interrotti quando
l’autorità comunista lo costringe a lavorare in un sovchoz dove esiste
soltanto un cristiano. Padre Antonij riesce a farsi sostituire nel lavoro
da alcuni amici per essere libero di proseguire i suoi viaggi apostolici.
Certamente la combinazione non poteva continuare a lungo. Viene sorpreso
e condannato a 7 anni di lager che sconta in Lituania. Viene liberato
nel 1962 e riprende con lo stesso ardore la sua attività missionaria”.
Non siamo a conoscenza del giorno della sua morte.
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