SapoŽnikova Tamara Arkad’evna (1886 - ?)

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laica cattolica

Tamara nasce a Podol’sk da una famiglia borghese. Passa al cattolicesimo ed in seguito entra nel terzo ordine dei domenicani e nella comunità dell’Abrikosova. Il 26 novembre 1923 è arrestata a Mosca assieme ad un gruppo di cattolici. E’ rinchiusa sola in una cella e, come ricorderà in seguito una sua sorella domenicana Anatolija Novockaja:“Quanto più andiamo avanti e tanto più la croce diventa più pesante. Dobbiamo prepararci a tutto, sino alla fine. La croce equivale a soffrire per il Signore, per la fede, e non vi è nulla di più grande; non ne siamo degni. Ce la dona il Signore, soltanto per la sua grande misericordia, per il suo amore indicibile che porta a ciascuno di noi”. “interrogatori ininterrotti e pressioni degli investigatori, la portarono alla pazzia”. Il 19 maggio 1924 Tamara è condannata a 10 anni di lager che sconta prima alle Solovki e poi sull’isola Anzer, dove nel 1932 viene inclusa nel processo contro un gruppo di sacerdoti cattolici. Durante il processo Tamara risponde al giudice: “Sono una convinta cattolica. Da chi mi confessavo? Su questa domanda dichiaro categoricamente che non sono disposta a rispondere, e nessuna pressione da parte vostra mi obbligherà a fare questo”. Qui si interrompe la possibilità di sapere qualche cosa della sua futura sorte.