Il
vescovo Sigizmund nasce l’8 giugno 1870 a Boracina presso Novogrudok.
Dopo aver compiuto gli studi al seminario diocesano e all’Accademia teologica
di Pietroburgo, il 23 giugno 1895 viene ordinato sacerdote. Dal 1895 è
docente di biblica ed omiletica al seminario di Pietroburgo. Il 17 novembre
1898 è condannato dal governo imperiale ad essere recluso per 3 anni nel
monastero di Aglon, accusato di “patriottismo polacco”. Dopo la liberazione
è vicario della parrocchia di Smolensk, poi a Tula, a Riga e a Minsk dove
nel 1905 è parroco della cattedrale. Nel 1906 ritorna a Pietroburgo come
insegnante di biblistica all’Accademia teologica. Dal 1912 prosegue la
specializzazione in Italia (Roma), Germania e in Terra Santa. Il 28 luglio
1918 è nominato vescovo della diocesi di Minsk dove nello stesso anno
apre il seminario minore ed il seminario maggiore per la preparazione
del clero. Con l’arrivo a Minsk dell’Armata Rossa il vescovo Sigizmund
si nasconde nei boschi per evitare l’arresto. Il potere sovietico condanna
a morte il vescovo in contumacia. Nell’agosto 1919, con il ritorno dell’esercito
polacco, può ritornare in città e svolgere la sua missione. Con il ritorno
dell’Armata Rossa si rifiuta di sottoscrivere la dichiarazione che riconosce
il potere sovietico, affermando che continuerà a combattere contro il
comunismo portatore dell’ateismo e dell’ingiustizia. Il 1 agosto 1920
il vescovo Sigizmund viene arrestato. E’ liberato dopo 10 giorni per l’insistenza
dei cattolici che pretendono la sua liberazione. Il 4 settembre 1920 è
di nuovo arrestato, trasferito nella prigione di Minsk e poi a Mosca nella
prigione Batyrka. Dopo undici mesi viene liberato su pressione del governo
spagnolo. Quando esce dalla prigione il vescovo pesa 43 kilogrammi. Ha
l’obbligo di ritirarsi in Polonia e quando nel 1922 il vescovo chiede
ufficialmente di poter visitare quella parte della sua diocesi che era
diventata sovietica, ottiene un categorico rifiuto. Il 2 dicembre 1925
viene nominato vescovo della nuova diocesi di Pinsk. Ma neppure nella
nuova diocesi manca la croce. Il vescovo è accusato dai nazionalisti polacchi
di permettere la lingua bielorussa nella celebrazione della Liturgia. |