Raisa
Ivanovna nasce a Vladimir nella famiglia di un diacono ortodosso. Dal
1917 vive a Mosca, dove passa alla Chiesa cattolica. Il padre la mette
agli arresti domiciliari e le rifiuta ogni cibo per costringerla a tornare
all’ortodossia. Constatata l’ostinazione della figlia, la scaccia di casa.
Raisa viene a conoscenza della comunità della Abrikosova e diventa membro
della parrocchia dei russi cattolici. Domanda di venir accolta nella comunità
delle suore domenicane, pronuncia i voti e prende il nome monastico di
Margarita. Il 30 gennaio 1924 viene arrestata assieme al gruppo dei russi
cattolici. Il 19 maggio 1924 è condannata a 3 anni di confino nella regione
di Tobol’sk. Il 9 maggio 1927 è liberata con la proibizione di abitare
nelle 6 maggiori città del paese. Rimane a Tobol’sk per poter aiutare
l’Abrikosova che si trova nelle carceri di Tobol’sk. Nel 1930, dopo il
trasferimento della Abrikosova nella prigione di Jaroslavl, suor Margarita
trova una sistemazione a Kostroma dove il 9 ottobre 1933 viene arrestata
e trasferita nella prigione Butyrka di Mosca. Il 19 febbraio 1934 è condannata
a 10 anni di lager da scontare nella Repubblica dei Comi. E’ liberata
dal lager nel 1943 e condannata al confino nel Kazakistan. Viene liberata
anche dal confino nel 1947 e suor Margarita si stabilisce a Kaluga. Qui
è arrestata il 30 novembre 1948, accusata di “spionaggio a favore del
Vaticano”. Il 17 agosto 1949 è condannata a 10 anni di lager da scontare
a Vorkuta. Nel 1954 è trasferita a Karlag. Il 10 ottobre 1955 è liberata
dal lager, come invalida prima dello scadere della pena. Trova di sistemarsi
a Kaluga dove muore nel 1964. |