GREGOROVIČ STEFAN EVGEN’EVIČ (1915 - ?)

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sacerdote greco-cattolico

Padre Stefan nasce il 28 agosto 1915 nel villaggio Kal’nik, regione di Mukačevo. Nel 1926 studia al ginnasio russo di Mukačevo, nel 1933 entra al seminario diocesano di Užgorod e nel 1941 viene ordinato sacerdote dal vescovo greco-cattolico Aleksandr Stojka. Nello stesso anno è parroco della chiesa della Natività della Santissima Madre di Dio a Rosvigovo e dal 1941 al 1944 parroco a Ščerbovec.
Nel 1949 a padre Stefan, che ha rifiutato di passare alla Chiesa ortodossa russa del Patriarcato di Mosca, viene proibito di esercitare il ministero, e il sacerdote passa alla Chiesa catacombale, dove per un anno riesce a celebrare clandestinamente la Divina Liturgia per i fedeli.
Il 14 settembre 1950 gli agenti della polizia segreta riescono a scoprire l’attività illegale del sacerdote e lo arrestano. Viene condannato a 25 anni di lager e alla confisca dei beni. È destinato al lager di Vorkuta, dove lavora in miniera e in vari cantieri.
Dopo la morte di Stalin, nella vita dei detenuti politici dei lager non avviene immediatamente alcun mutamento. I detenuti del lager n. 10, che lavorano nella miniera n. 29, insorgono per ottenere la revisione dei loro casi e la liberazione. La ribellione si conclude con 45 morti e 134 feriti fra i detenuti. Così ne parla padre Stefan: «… Il nostro lager insorse e con esso, quasi contemporaneamente, tutti gli altri lager. Non so come i detenuti fossero riusciti ad accordarsi, ma era chiaro che la rivolta era iniziata ad un segnale convenuto. Per un’intera settimana i detenuti di tutti i lager si rifiutarono di lavorare. Dopo una settimana tutti i lager, eccetto il nostro, il n. 29, ripresero il lavoro. … All’ottavo giorno della rivolta, il nostro lager fu circondato dalle truppe, che attaccarono con fuoco mirato e lo occuparono. … Fra i morti vi furono un monaco lituano e un nostro sacerdote greco-cattolico, padre Ivan Čejpeš. … In seguito il lager fu smembrato, e i prigionieri distribuiti in altri lager. In quel periodo mi ero rotto una gamba. Guarito, mi trasferirono al lager n. 7 e, in seguito, al lager n. 14, dal quale venni liberato nell’ottobre 1956, e ritornai a casa dalla mia famiglia a Mukačevo».
Per lungo tempo a Mukačevo padre Stefan non riesce a trovare un lavoro fisso. Questo gli permette di dedicare più tempo all’attività pastorale clandestina non solo a Mukačevo, ma anche in tutta la diocesi.
Padre Stefan viene riabilitato il 7 marzo 1992.
La moglie, Ol’ga Dudinskaja, dopo l’arresto del marito, con i tre figli si trasferisce nella città di Mukačevo nella speranza di poter trovare più facilmente un lavoro ma, in quanto moglie di un sacerdote detenuto, inizialmente non viene assunta da nessuno. In seguito lavora come donna delle pulizie e come inserviente in un asilo d’infanzia.