Sof’ja
nasce a Vilnius da famigia nobile. Vive a Mosca e frequenta il conservatorio.
Nell’estate del 1923 passa al rito bizantino ed entra nella comunità della
Abrikosova (suore domenicane). L’8 marzo 1924 è arrestata assieme ad un
gruppo di cattolici russi e condannata a 3 anni di confino a Odorsk. Viene
liberata il 9 maggio 1927 con la proibizione di non vivere nelle 6 maggiori
città del paese. Vive a Krasnodar e il 22 luglio 1929 pronuncia i voti
solenni, prendendo il nome monastico di Filomena. Nel 1931 ritorna a Mosca.
Nel marzo 1933 si trasferisce a Rjazan’ dove il 15 agosto è arrestata,
portata a Mosca e condannata a 8 anni di lager da scontare in un primo
tempo a Bamlag, dal febbraio 1935 a Uchtpečlag, nel 1938 a Vorkutlag dove
il 23 giugno 1942 è liberata. Dopo aver cambiato diverse abitazioni nell’aprile
del 1947 trova sistemazione a Kaluga. Qui il 30 novembre 1948 è nuovamente
arrestata assieme ad un gruppo di russi cattolici e il 17 agosto 1949
è condannata a 10 anni di lager che trascorre a Tajšetlag e poi a Angarlag
dove è liberata prima dello scadere della pena il 3 novembre 1954 e nel
medesimo tempo è condannata al confino nel Kazakistan. Finalmente il 26
maggio 1956 è liberata e può ritornare in patria dalle sue consorelle.
Muore a Vilnius il 25 febbraio 1993 all’età di 93 anni. Il fresco del
lager l’aveva conservata sana, ma anche il suo cuore. “la caratteristica
di suor Filomena – testimonia una sua consorella – era la salvezza delle
anime. Era molto attiva, viva, sapeva amare tutti”. |