DZUROVČIK MICHAIL
MICHAJLOVIČ (1900-1975) |
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sacerdote greco-cattolico |
Padre Michail nasce il 18 settembre 1900 nel villaggio
Goronda, distretto di Mukačevo, dove frequenta le scuole elementari. Prosegue
gli studi a Mukačevo e nel 1920 entra nel seminario diocesano di Užgorod.
Il 12 febbraio 1927 viene ordinato sacerdote dal vescovo greco-cattolico
Petr Gebej. Inizia l’apostolato sacerdotale a Sinevir, prosegue nel 1931
a Strojno e dal 1941 a Bol’šie Lazy fino all’inizio della persecuzione
aperta contro la Chiesa greco-cattolica nel 1949. Rifiutatosi di passare
alla Chiesa ortodossa del Patriarcato di Mosca, padre Michail è privato
dal potere sovietico del permesso di esercitare il ministero sacerdotale.
Riportiamo un brano dalla sua ultima predica ai fedeli: «Fratelli e sorelle,
figli carissimi! Volge al termine la mia permanenza fra voi. Sta per giungere
il perfido principe delle tenebre che intende rubare le vostre anime e
quelle dei vostri figli … Voleva ingaggiare anche me al suo servizio,
dicendomi: Prostrati davanti a me e potrai mostrarti in vesti di seta
e di porpora, potrai bagnarti nella mia gloria imperiale, ma se rifiuterai,
perirai di freddo e di fame in terre lontane, come una bestia da tiro
…».
Padre Michail viene allontanato dalla casa parrocchiale assieme alla sua
famiglia. I rappresentanti del potere locale e gli organi della polizia
segreta fanno pressione su di lui per convincerlo a passare all’ortodossia.
Visto che i metodi di persuasione non valgono a nulla, il 7 aprile 1950
il sacerdote viene arrestato e condannato a 25 anni di lager e alla confisca
di tutti i beni. Dopo aver trascorso un certo tempo nelle prigioni di
Leopoli e di Kiev, padre Michail è condotto nel lager di Kemerovo e quindi
di Omsk (Siberia). Il lavoro pesante e le condizioni disumane minano la
salute del padre. Lavorando al taglio degli alberi nel bosco, subisce
un trauma cranico. La perdita di sangue gli procura la paralisi della
mano e della gamba destra. Le cure mediche del lager non danno risultato
e padre Michail viene liberato come invalido alla fine del 1954. Viene
mandato a casa senza che nessuno lo accompagni. Riesce a raggiungere stremato
la città di Beregovo, dove viene assistito dalla famiglia fino alla morte.
Padre Michail muore l’11 giugno 1975. Viene riabilitato il 9 marzo 1993.
La moglie di padre Michail, Magdalina Kolbasa, insegnante alle scuole
elementari, viene licenziata dal lavoro come moglie di un «nemico del
popolo». Dopo l’arresto del marito, lavora come donna delle polizie e
poi come cassiera, sempre saltuariamente. Nel 1975, assieme ai suoi tre
figli, si trasferisce in Cecoslovacchia da una sorella. Uno dei tre figli,
Konstantin, nato nel 1928, durante il periodo sovietico viene accusato
di «propaganda antisovietica» e condannato a 10 anni di lager, che trascorre
a Vorkuta.
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