DREBITKO DIONISIJ
(Dmitrij) (1911 - 1976) |
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monaco greco-cattolico |
Dmitrij nasce il 31 ottobre 1911 da una famiglia
contadina povera nella città Svaljava. Il 1° dicembre 1927 entra nel monastero
basiliano di Mukačevo, il 29 giugno 1932 pronuncia i primi voti monastici
assumendo il nome di Dionisij. Frequenta il seminario diocesano di Užgorod,
pronuncia i voti solenni il 28 marzo 1937 e il 4 aprile dello stesso anno
viene ordinato sacerdote dal vescovo greco-cattolico Aleksandr Stojka.
Padre Dionisij vive e lavora nel monastero di Mukačevo, impegnato nell’educazione
dei novizi ai quali insegna greco e latino. In concomitanza con i cambiamenti
politici avvenuti nel 1939, quando al potere cecoslovacco si sostituisce
il potere ungherese, quasi tutti i monasteri transcarpatici passano nelle
mani degli ordini ungheresi. Il governo ungherese perseguita i giovani
monaci basiliani per loro «politica ucraina».
Nel libro di Ju. Meres Oltre le porte del monastero, leggiamo: «Dapprima
venimmo a sapere che nel monastero di Užgorod avevano arrestato il superiore
…Dopo due giorni i gendarmi ungheresi giunsero anche da noi. Ne arrestarono
molti, fra i quali Dionisij Drebitko … Era l’inverno del 1940. Di che
arresto si trattava? Devo dire che inizialmente ci ridevamo sopra, sentivamo
che i nostri abiti monastici incutevano rispetto. Non si comportavano
con noi come se fossimo gente da strapazzo… Non avevamo neppure la sensazione
di essere in arresto. Non ci misero in prigione, ma nel monastero di Užgorod…
Dopo l’istruttoria ci portarono a Budapest su macchine comuni… Giunti
alla prigione di Budapest, quando il direttore del carcere ci vide, disse:
“Questi non devono stare qui. Portateli alla casa dei gesuiti, li stanno
aspettando”. Dai gesuiti rimanemmo 12 giorni, … poi ci trasportarono in
un piccolo monastero della Transilvania nel villaggio di Mikula». Su richiesta
del vescovo Aleksandr Stojka nell’estate del 1942 i monaci ritornarono
a Užgorod.
Nel maggio 1943 padre Dionisij viene nominato igumeno del monastero dell’Annunciazione
a Boronjava. Nel 1947 il vescovo Teodor Romža nomina padre Dionisij coadiutore
a Bol’šie Komjaty, dove in quel tempo era parroco padre Aleksej Tovt.
Ma nello stesso anno il potere sovietico riesce a far chiudere i monasteri
a Malyj Bereznij e Voronjava. Da questo momento ha inizio la persecuzione
diretta per sopprimere la Chiesa greco-cattolica e l’ordine di San Basilio.
Nel 1948 i comunisti proibiscono a padre Dionisij di celebrare nella chiesa
parrocchiale: il padre si ritira nel monastero di Imstičev. Nell’aprile
1950 il potere sovietico fa chiudere quest’ultimo monastero greco-cattolico
rimasto aperto. I monaci sono costretti a cercare ospitalità presso familiari
o conoscenti.
Nell’aprile 1950 padre Dionisij si rifugia dalla madre settantenne nella
città di Svaljava. Fortunatamente trova lavoro in un’azienda locale per
la lavorazione del legname. Anche è qui controllato costantemente dalla
polizia segreta, che gli pone l’alternativa fra passare alla Chiesa ortodossa
del Patriarcato di Mosca o essere licenziato dal lavoro. Padre Dionisij
lascia il lavoro, ma la polizia non gli dà pace finché il 13 gennaio 1951
il monaco viene arrestato e condannato a 10 anni di lager e alla confisca
dei beni. Dopo 5 anni di lager trascorsi a Noril’sk, viene liberato il
13 ottobre 1955. Ritornato a casa, cerca un’occupazione e nello stesso
tempo s’impegna nell’apostolato clandestino della Chiesa catacombale.
Padre Dionisij non cede; il lager lo ha temprato nella fede e nell’amore
a Cristo e al popolo di Dio. Purtroppo non cede neppure la polizia comunista.
Il 27 febbraio 1957 viene nuovamente arrestato. Ritorna in libertà nel
1962.
Padre Dionisij muore il 26 luglio 1976 a Svaljava.
Viene riabilitato il 15 dicembre 1992.
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