ANISIMOV ALEKSEJ MAKSIMOVIČ (1874–1937)

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sacerdote cattolico e martire

Aleksej Anisimov nasce nel villaggio di Čardym, governatorato di Saratov, in una famiglia di contadini. Nel 1922, su raccomandazione di padre Vladimir Abrikosov, viene ordinato sacerdote di rito bizantino slavo. Vive insieme alla famiglia e si guadagna il pane lavorando come ragioniere. Negli anni 1928-1929 frequenta a Mosca il vescovo cattolico Neveu, il quale gli affida del denaro per far pervenire dei pacchi ai sacerdoti cattolici detenuti alle isole Solovki.
Il 14 aprile 1931 è arrestato per la prima volta con l’accusa di aver svolto propaganda antisovietica. Durante l’istruttoria l’accusa viene a cadere e padre Aleksej, dopo otto mesi di carcere, il 16 dicembre 1931 viene liberato. Nel 1934 è pensionato, ma continua a celebrare la Divina Liturgia nel proprio appartamento.
Nel dicembre del ‘37 viene nuovamente arrestato a Saratov, accusato di far parte di un gruppo della polizia segreta tedesca, guidato, sempre secondo l’accusa, non molto preoccupata di accertare il fatto, «dal sacerdote cattolico German». Inoltre gli viene imputato di aver celebrato clandestinamente la Divina Liturgia e, accusa d’obbligo, di aver svolto propaganda antisovietica.
L’8 dicembre padre Aleksej Anisimov è condannato alla pena capitale in base all’articolo 58-6 58-10, e il 10 dicembre 1937 viene fucilato nella prigione di Saratov.