Vasilevskij JAN
ALEKSANDROVIČ (1885-1948) |
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sacerdote cattolico |
Padre
Jan nasce il 15 giugno 1885 a Mudrilov, governatorato di Vitebsk. Frequenta
il ginnasio a Vil’no, il Seminario e l’Accademia teologica a Pietroburgo.
Viene ordinato sacerdote di rito latino il 12 marzo 1909. Nel 1910 insegna
religione a Pietroburgo. Dal 1912 al 1917 è coadiutore nella chiesa di
Santa Caterina a Pietrogrado e insegna al ginnasio maschile presso questa
stessa parrocchia. Dopo il colpo di stato dell’ottobre 1917 interviene
pubblicamente contro il terrore bolscevico.
Il 1° maggio 1919, dopo l’occupazione di Vil’no da parte delle truppe
polacche, padre Jan è imprigionato come ostaggio e liberato il 20 luglio
dello steso anno. Durante il tempo pasquale è mandato dall’arcivescovo
Cepljak a celebrare nella parrocchia di Archangel’sk. Trascorse le feste
pasquali, sapendosi ricercato dalla polizia politica, la ceka, si nasconde
per alcuni mesi, ma poi riprende la vita di sempre. Nel 1920 fonda la
comunità del terz’ordine francescano. Nel 1921 a Pietrogrado prende parte
alle dispute pubbliche sull’esistenza di Dio (a quel tempo era ancora
permesso; in seguito solo l’ateismo avrà il diritto di essere propagandato).
Nell’aprile dello stesso anno, dopo la chiusura del ginnasio parrocchiale
polacco, dà vita alla società dei genitori e degli educatori cristiani,
informando di questo le autorità sovietiche e chiedendo il permesso di
aprire un ginnasio polacco privato.
Nel 1922 è destinato a Minsk. Qui viene arrestato assieme ad altri due
sacerdoti e a un gruppo di fedeli. Il 1° giugno dello stesso anno è condannato
a tre anni di prigione, ma grazie all’intervento del governo lettone viene
liberato. Il 22 settembre 1923 si sposta in Lettonia. Dopo la fondazione
della nuova diocesi di Pinsk, il vescovo Sigmund Lozinskij lo invita e
gli affida l’incarico di direttore del seminario, dove padre Jan insegna
anche filosofia e teologia morale. Durante l’occupazione sovietica e tedesca
è parroco della cattedrale di Pinsk e aiuta gli ebrei del ghetto. Dopo
la definitiva occupazione sovietica (1944) rimane a Pinsk come vicario
generale di quella parte della diocesi rimasta sotto il potere sovietico.
Viene arrestato il 22 agosto 1945 e condotto nella prigione di Minsk.
I fedeli cattolici raccolgono firme perché venga liberato, ma non ottengono
nulla. Dopo due anni di istruttoria estenuante in carcere, padre Jan è
condannato a 10 anni di confino a Kazačinskoe, nella regione di Krasnojarsk.
Qui viene a trovarsi in condizioni di vita simili da quelle del lager.
Muore pochi mesi dopo aver raggiunto il luogo del suo esilio: il 9 marzo
1948.
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