SPIRGEVIČIŪTĖ ELENA
(1924-1944) |
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laica cattolica |
Elena
Spirgevičiūtė era nata il 23 dicembre 1924 nel distretto di Tvirtovės
in Kaunas (Lituania). Gli anni spesi a scuola contribuirono a formare
la sua coscienza cattolica e uno spiccato nazionalismo lituano, elementi
che si ritrovano spesso nelle pagine del suo diario che rivela non solo
una giovane donna che ha lottato contro le difficoltà quotidiane della
vita, ma anche un individuo risoluto nel rispettare i principi della vita
del cristiano: “L'onestà, la modestia e l'intelligenza sono importanti,
così sto provando a viverli e credo che mi riesca… Ho deciso essere una
buona cattolica, ma è difficile senza l'aiuto del Signore. Voglio essere
buona, non condurre una vita vuota ma contribuire a qualche cosa di buono
ed essere utile„.
L'annessione della Lituania all'Unione Sovietica nell'agosto 1940 è occupazione
dei Nazisti nel luglio 1941 portarono nel paese difficoltà, fame e morte.
Dal febbraio 1942, Elena cominciò a scrivere della sua attrazione per
la vita religiosa: “Il mio cuore è pieno di qualcosa. Sto pensando seriamente
che la pace più grande potrebbe essere trovata dietro l'inferriata. Convento.
Il nome in sè parla chiaramente di solitudine, di silenzio e di pace...Lascerei
tutto… Oh, come vorrei che la guerra finisse presto! Lascerei la scuola
ed entrerei là, Padre, più vicino voi! Anche i balli a cui ogni tanto
vado, pensandoci più profondamente, sono solo vanità e immodestia. Questi
possono essere evitati soltanto con voi, Signore… Desidero questo, non
perché non sono bella, no, non penso a questo. La bellezza è polvere.
Uno diventa vecchio, s'incurva e la bellezza svanisce… Desidero essere
bella internamente...".
Non c'era niente di particolarmente straordinario nella vita quotidiana
di Elena. Leggeva, aiutava la mamma nei lavori domestici, aiutava chi
ne avesse bisogno, usciva con gli amici parlando spesso di argomenti religiosi.
Gli uomini erano attratti da Elena ma lei non haveva mai avuto un ragazzo.
Il 3 gennaio 1944, verso le 10.30 di sera, quattro uomini armati bussarono
violentemente alla porta di casa della famiglia Spirgevičiute. Si presentarono
come ufficiali di polizia in giro per il controllo dei documenti, ma una
volta entrati in casa, si rivelarono dei partigiani comunisti.
Pretesero alcool, vestiti, pane e quando la zia di Elena, presa dal panico,
provò a scappare, la uccisero sparandole. Poi, chiusero l'intera famiglia
dentro una stanza. Uno degli uomini cominciò a molestare Elena e la portò
in un'altra stanza per soddisfare i suoi istinti bestiali. Davanti alla
resistenza della ragazza, la trascinò davanti alla mamma perché la convincesse
a cedere e per circa mezz'ora continuò a trascinarla avanti e indietro
minacciando di spararle se avesse continuato a rifiutarlo". «Non
cederò… Piuttosto muoio!», - gridò Elena, rimasta risoluta anche davanti
alla pistola spianata. I partigiani si misero intorno alla tavola per
discutere sul da farsi. Presero di nuovo Elena e le urlarono: “O cedi
o muori!„ Senza alcuna esitazione, Elena rispose: “Piuttosto muoio!„ Le
spararono un colpo alla testa.
I funerali furono solenni . Fu eretto un monumento maestoso in suo onore
con su scritto: “È morta tragicamente mentre difendeva il suo onore, lasciandoci
l'immagine indimenticabile di una grande Lituana. Corona del martirio
per lei e onore nazionale per noi„.
E' in corso il processo di beatificazione.
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