Petrik Evgen (1892-1953)

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Sacerdote greco-cattolico

Sacerdote della Chiesa greco-cattolica rutena (Transcarpazia). Dopo gli studi di teologia compiuti all’università di Budapest, viene nominato amministratore delle finanze della diocesi di Mukačevo, in Transcarpazia, Ucraina. È canonico titolare. Con l’avvento del potere sovietico nella regione, inizia il piano per la soppressione della Chiesa greco-cattolica. Gli agenti dei servizi segreti cercano di convincere il prete a passare alla Chiesa ortodossa del patriarcato di Mosca. A padre Petrik viene proibito di esercitare il ministero sacerdotale. Negli anni ’50 viene arrestato e mandato in Siberia ai lavori forzati. Dapprima si trova in un lager della Repubblica autonoma dee Komi, all’estremo nord dell’URSS, poi viene trasferito in un campo di concentramento nei pressi di Vorkuta, dove lavora nelle miniere di carbone e assiste clandestinamente i detenuti. Nel 1953, alla morte di Stalin, i prigionieri si rifiutano di lavorare e pretendono che sia rivista la loro condanna. Padre Petrik viene fucialto dai soldati dell’esercito.