Padre Iosif nasce a Kazarma, governatorato di Vicebsk
in una famiglia di commercianti. Frequenta gli studi al seminario diocesano
e all’Accademia teologica di Pietroburgo e nel 1914 è ordinato sacerdote.
Dal 1917 è amministratore della parrocchia di Rudnja-Šagino, provincia
di Gomel’. Il 7 agosto 1922 è arrestato per essersi rifiutato di assistere
alla profanazione del corpo del beato Andrej Bobol’. Il 12 ottobre è liberato.
Il 17 agosto 1928 è arrestato, accusato di “sistematica propaganda antisovietica
nella predicazione dove invitava i credenti ad unirsi contro i senzadio.
Inoltre “le sue prediche finiscono fra il pianto dei fedeli”. In particolare,
come atto d’accusa, l’inchiesta porta uno stralcio della sua predica:
“Voi dovete credere in Dio sempre ed in ogni situazione; se vi arrestano
e vi mandano in Siberia, o da qualsiasi altra parte, se non esiste una
chiesa e manca il sacerdote, non perdetevi d’animo, pregate a casa, riunitevi
in due tre persone e Dio sarà con voi”. La predicazione di padre Josif
era così affascinante che alla domanda rivolta ai fedeli: “Se il vostro
pastore spirituale dovrà lasciarci , voi continuerete a credere?” la gente
in maggioranza rispondeva gridando: “Noi crederemo”. Il 13 marzo 1930
padre Iosif è condannato a 10 anni di lager da scontare al lager delle
isole Solovki. Nell’ottobre 1931 è traferito all’isola Anzer delle Solovki
a regime di massimo rigore. Qui il 5 luglio 1932 viene arrestato, accusato
di “aver creato un gruppo antisovietico che svolge propaganda antisovietica
e compie segretamente riti teologici (sic) e religiosi e tiene rapporti
con persone in libertà allo scopo di trasmettere all’estero notizie spionistiche
sulla situazione dei cattolici nell’URSS”. Il 9 agosto 1937 padre Iosif
è condannato alla pena capitale ed il 3 novembre 1937 viene fucilato.
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