Galan Mar’jan NikolaeviČ (1927 – 1952)

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monaco greco cattolico

Mar’jan nasce in una numerosa famiglia contadina nel villaggio Zirovka, provincia di Leopoli. Frequenta le scuole elementari ed una parte delle scuole medie nel paese natale e quindi nel 1941 entra nel seminario minore dei padri redentoristi, dove uno degli insegnanti è padre Nikolaj Čarneckij, futuro vescovo della Volynia e futuro martire. Uno dei compagni di studio ricorda: “Mar’jan era un giovane tranquillo, equilibrato, pio, sognava di restare in monastero.” Alla fine degli studi entra nel monastero dei redentoristi a Leopoli dove il direttore è Ivan Zjatik, futuro martire beatificato.
Dopo il falso concilio del 1946, i sacerdoti della Chiesa greco cattolica ucraina che si rifiutano di unirsi alla Chiesa ortodossa del Patriarcato di Mosca, subiscono arresti, prigionia, confino e lager; anche i monasteri diventano oggetto di repressione da parte dei comunisti. I novizi in età di leva (Mar’jan ha 19 anni) sono chiamati al servizio militare nella città di Ufa. Il comandante del reparto lascia scritto: “Galan nel lavoro si comporta diligentemente, assimila le materie del programma e fra i suoi compagni è un’autorità.” Nel 1949 per il suo comportamento positivo riceve un congedo e può passare un certo periodo di tempo in patria. Al ritorno dal congedo viene perquisito. Gli sequestrano un libro di S. Alfonso Maria de’ Liguori. I comandanti del reparto decidono che il soldato deve essere arrestato per “attività antisovietica” che consiste nel fatto che egli crede in Dio e non lo nasconde agli amici, porta la croce al collo, è profondamente convinto della verità di Cristo e della Chiesa, si rifiuta di iscriversi al komsomol e invita pure gli altri a non farlo dicendo: “I komsomoliani non credono in Dio e, secondo la mia fede, questa disonestà è un grave peccato.” Alla domanda del giudice perché sia entrato in monastero, Mar’jan risponde: “Essendo una persona religiosa, ho deciso di consacrare tutta la mia vita al servizio di Dio. Per questo sono diventato monaco.”
Mar’jan è condannato a 10 anni da scontarsi nel lager per la costruzione del canale Volga-Don, dove, sia per il lavoro pesante, come per gli oltraggi subiti, Mir’jan muore all’età di 25 anni.
Ora è “servo di Dio” ed è in corso il processo per la beatificazione.