Ottant’anni fa finiva la Seconda guerra mondiale in Europa. Sei terribili anni di orrore: 60 milioni di morti, 156 milioni di mutilati. E alla fine la vittoria sul nazifascismo. Ma nella Russia di oggi si celebra un mito senza più connotati storici né autentica memoria, dove a vincere fu Stalin e non la gente coi suoi sacrifici. Eppure la speranza c’è, dicono alcune voci della società civile: consiste nella coscienza e nella sua ricerca mai conclusa della verità, perché l’umanità è viva e non le bastano le facili idealizzazioni o il risentimento né il nuovo mito di una violenza liberatrice.
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(immagine: wikipediavaticannews)
