CONVEGNO INTERNAZIONALE 2012 • Milano 19-20 ottobre  • Mosca 18-20 novembre

 

Il Convegno è realizzato in collaborazione con prestigiose istituzioni italiane e russe (Università degli Studi e Università Cattolica del Sacro Cuore, Biblioteca Ambrosiana a Milano; Istituto Italiano di Cultura, Museo di Storia Contemporanea, Centro culturale «Pokrovskie vorota» a Mosca).


La «crisi», una parola da tempo sulla bocca di tutti, sta in qualche modo accomunando l’Europa dall’Atlantico agli Urali, per quanto nei diversi contesti culturali e geografici assuma valenze diverse e indichi fenomeni differenti.

In Russia, l’atmosfera è notevolmente cambiata negli ultimi mesi; i brogli elettorali del dicembre scorso hanno innescato un meccanismo di proteste, richieste di trasparenza e legalità, manifestazioni di piazza che rivelano la crisi del sistema putiniano ma evidenziano anche una nuova, sorprendente componente morale. Ritornano per certi versi le attese suscitate dalla Rivoluzione di febbraio del 1917, le battaglie dei «senza potere» nei sistemi totalitari del XX secolo, per la riconquista della propria identità più che in vista di un rivolgimento politico: in ogni caso, ci troviamo davanti a uno scenario che in Occidente non ha avuto finora grande visibilità.

In Italia e in Europa, ormai dimenticati gli ideali che avevano ispirato i padri dell’Europa Unita, oggi rimane solamente un’unione economica vacillante in un continente multiculturale che ha rinnegato le proprie radici. La gente protesta contro tutto e non spera in niente. Anche in questo contesto la crisi si presenta come un fenomeno non solo economico, ma anche antropologico e identitario. L’autorevole Rapporto Censis l’ha attribuita fin dall’inizio a un «appiattimento dei riferimenti alti e nobili», a un «calo del desiderio», definendo la nostra come una «una società pericolosamente segnata dal vuoto».

Il fattore comune di queste diverse situazioni non è semplicemente lo sconcerto generale, fin troppo facilmente documentabile. Di fronte all’evidenza che non esistono soluzioni facili e immediate, emergono anche posizioni che vedono nella crisi una «sana provocazione». «Tornare a desiderare è la virtù civile necessaria per riattivare la dinamica di una società troppo appagata e appiattita» (Rapporto Censis): a partire da questo desiderio stanno nascendo tentativi di risposta – sia pur ingenui, iniziali, talvolta contradditori e a rischio di strumentalizzazione – tanto ad Est quanto ad Ovest.

Proprio questa novità è quanto il Convegno tenta di registrare attraverso voci di testimoni e protagonisti dei tentativi di rinnovamento in atto, oltre che di analisti e studiosi. Si può parlare della nascita di nuove identità sociali, di una nuova coscienza civile e religiosa in Russia e in Italia? Quali elementi costituirebbero queste novità? Esiste un legame diretto con l'esperienza del passato? Che ruolo, che missione possono avere il cristianesimo e la Chiesa in questa congiuntura?

PRESENTAZIONE

EST~OVEST: LA CRISI COME PROVA E PROVOCAZIONE

Al bivio tra negazione e riscoperta dell’io

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