RECENSIONI

Giovanni Codevilla
LO ZAR E IL PATRIARCA. I rapporti tra trono e altare in Russia delle origini ai giorni nostri
La Casa di Matriona, 2008 • pp. 520 • Euro 25,00

L’Autore di questo ampio e solido volume affronta il tema assai complesso della storia dei rapporti tra potere civile e religioso in Russia dalle origini della Rus’ ai giorni nostri.
La sua padronanza della metodologia giuridica e lo studio, da sempre coltivato con passione, del mondo russo gli permettono di cogliere con puntualità i fatti e i paradossi di un sistema di relazioni tra Sacerdotium ed Imperium che si ispira al modello bizantino della sinfonia o consonantia, ma che, come bene illustrato nel volume, ha trovato realizzazione soltanto in periodi assai brevi della storia russa e precisamente negli anni che vanno dall’istituzione del Patriarcato di Mosca (1589) al grande scisma dei Vecchi Credenti (1654), ossia al tempo del Patriarca Filaret (1619-1633) e durante il regno del figlio di questi Michail Fëdorovic (1613-1645) e nella prima parte di quello dello zar Aleksej Michajlovic (1645-1676). L’opera si divide in quattro parti. Nella prima si analizzano i rapporti tra Stato e Chiesa dalle origini della Rus’ al XVII secolo e si illustrano alcuni temi fondamentali, quali quello del ruolo del monachesimo nella diffusione della cultura cristiana e nella difesa dei suoi valori durante il periodo della dominazione tatara, o quello della nascita dello Stato unitario nel XV secolo con Ivan III il Grande, destinato a divenire il baluardo dell’ortodossia, in cui matura la rivendicazione unilaterale dell’autonomia della Chiesa della Rus’ da quella greca e in cui, a seguito della caduta di Costantinopoli, nasce e si sviluppa l’idea di Mosca come Terza Roma, da cui consegue che il popolo russo diviene il popolo eletto da Dio, che Mosca è la città scelta da Dio, e che il suo sovrano assume le vesti del pastore che Dio ha posto a capo della Sua Chiesa, dando in tal modo avvio a quella piena identificazione tra Chiesa e nazione che si svilupperà e rafforzerà nei secoli successivi.
Con l’affermazione dell’assolutismo autocratico, che trova la sua massima espressione nella figura di Ivan il Terribile (1533-1584), che stravolge il principio sinfonico e rivendica la superiorità dell’Imperium sul Sacerdotium, i tempi sono ormai maturi per la costituzione del Patriarcato di Mosca. Contrariamente a quanto comunemente affermato, il nuovo Patriarcato è frutto al tempo stesso non solo della scaltrezza e dell’abilità diplomatica di Boris Godunov, ma anche della violenta pressione esercitata sul Patriarca di Costantinopoli Geremia, il quale visitando quelle terre venne a lungo trattenuto in Russia in condizioni di cattività e costretto a riconoscere il nuovo Patriarcato in modo del tutto irrituale al fine di poter riacquistare la perduta libertà di movimento.
Nella seconda parte del volume si analizza il periodo sinodale della Chiesa ortodossa russa, che va dall’abolizione del Patriarcato imposta da Pietro il Grande nella prima parte del XVIII secolo sino ai giorni immediatamente successivi ai tragici eventi dell’Ottobre 1917. Nel tratteggiare compiutamente la figura di Pietro l’Autore mette in luce come l’umanesimo petrino si contrapponga ai valori del cristianesimo, e come prenda da allora avvio una frattura nella società che perdura tuttora, divisa tra l’aspirazione ad imitare i modelli europei (occidentalisti) e la coltivazione delle peculiarità originali del mondo russo ortodosso (slavofili). Con Pietro l’ingerenza statale nella vita della Chiesa diventa intollerabile. Di particolare rilevanza e profondità è l’esame svolto da Codevilla sulla legislazione imperiale in materia di culti, tema assai complesso e analizzato direttamente sulle fonti normative imperiali, che sino ad ora erano rimaste pressoché inesplorate dagli studiosi occidentali.
La terza parte del libro è dedicata al periodo bolscevico. I tragici avvenimenti che si sono susseguiti a partire dal colpo di Stato dell’Ottobre 1917 sono ricostruiti con la massima precisione e documentati su fonti originali, molte delle quali sino ad ora totalmente sconosciute al lettore italiano. Nel denunciare gli eccessi di quella che viene definita la «barbarie bolscevica», Codevilla non si lascia prendere dalla passione ideologica, ma ricostruisce con perizia e con infiniti rinvii alle fonti una realtà pressoché sconosciuta in Occidente.
L’autore esamina dettagliatamente il periodo del Patriarca Tichon, illustrando l’opera della polizia politica per favorire la distruzione della Chiesa dall’interno (movimento degli innovatori), e i difficili anni successivi, in particolare quelli del metropolita Sergij, inizio di un modus vivendi con lo Stato che si sarebbe trasformato in un modus moriendi se non fosse intervenuta la guerra e la necessità di Stalin di ottenere l’aiuto della Chiesa e dei fedeli.
Oltre a una disamina dettagliata della legislazione sovietica, illustrata nelle sue varie fasi, tema in cui è maestro, Codevilla presenta al lettore una serie di disposizioni non scritte e non pubblicate, accanto a documenti sinora ignoti.
Di particolare rilievo sono anche le pagine dedicate alla soppressione della Chiesa greco-cattolica ucraina negli anni successivi al 1946.
La quarta parte del lavoro, dedicata alla nuova Russia, esamina con ampio respiro i temi più attuali, come quello delle relazioni interreligiose e soprattutto quello dei rapporti dell’ortodossia con il cattolicesimo, spiegando con chiarezza i problemi che nascono dalla violazione dello spazio canonico della Chiesa ortodossa russa a quello noto anche al lettore occidentale del proselitismo e dell’attività missionaria svolta dalle Chiese e confessioni non tradizionali.
In questa parte del volume Codevilla illustra con precisione e ricchezza di informazioni il nuovo quadro delle relazioni tra Stato e Chiesa nella Russia di Putin e di Medvedev, in cui alla Chiesa ortodossa viene sempre più riconosciuta una posizione di favore e di privilegio, che finisce con il dar vita a un sistema confessionista e giurisdizionalista. L’Autore, avanza anche delle proposte de iure condendo, suggerendo l’istituzione di un regime concordatario nel quale sia riconosciuto, oltre al ruolo storico-culturale svolto nei secoli dall’ortodossia russa, un regime di uguaglianza giuridica per tutte le Chiese e confessioni religiose.
Non vi è dubbio che questo solido e pregevole lavoro sia necessario non solo agli studiosi del mondo russo e sovietico, ma che esso sia importante anche per tutti coloro che vogliono avere una conoscenza non epidermica del mondo russo, se è vero, come a noi pare, che non sia possibile accostare la cultura di quell’immenso paese ignorandone o sottovalutandole le inesauribili ricchezze spirituali.
(S. Belardinelli)


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