PROFITtLICH EDUARD-GOTTLIEB MARKUSOVIČ (1890-1942)

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vescovo cattolico, gesuita

Padre Eduard nasce l’11 settembre 1890 a Birrensdorf, provincia di Coblenza (Germania) in una famiglia contadina, ottavo di dieci figli. Nel 1913 entra nel noviziato dei gesuiti. Durante la prima guerra mondiale è chiamato alle armi. Dopo la guerra è ordinato diacono il 26 marzo 1922 e sacerdote il 27 agosto 1922.
Dopo la fondazione del Pontificio Istituto Orientale da parte di Pio XI, padre Eduard esprime il desiderio di prepararsi per la missione in Russia. A questo scopo viene mandato a specializzarsi a Cracovia, dove ottiene il dottorato sia in filosofia che in teologia. L’11 dicembre 1930 è a Tallin (Estonia), parroco della chiesa dei SS. Pietro e Paolo. L’11 maggio 1931 è nominato Amministratore Apostolico dell’Estonia. Il 27 dicembre 1936 padre Eduard è consacrato vescovo con il titolo di arcivescovo di Adrianopoli.
Con l’invasione dell’Estonia da parte dell’esercito sovietico il 17 giugno 1940 vengono arrestati, deportati o condannati a morte 60.000 cittadini del paese. L’attività apostolica del vescovo è praticamente ridotta a nulla. Nelle lettere che scrive al Vaticano il 31 ottobre 1940 e il 14 gennaio 1941 per chiedere se deve ritornare o rimanere sul posto, si dice disposto ad ubbidire, ma nello stesso tempo riconosce che le sofferenze e il martirio per la causa di Dio, hanno un valore forse più grande del lavoro apostolico. Il Cardinale Maglione gli risponde che il Papa lascia a lui la scelta di giudicare secondo coscienza. In una lettera scritta ai familiari l’8 febbraio 1941 il vescovo Eduard svela il suo giudizio: è normale per un pastore restare con il proprio gregge e condividerne le gioie e le sofferenze. Scrive di percepire con gioia la presenza del Signore, e aggiunge: «La mia vita e, se sarà necessario, le mie sofferenze, saranno vita e sofferenze per Cristo».
Il 13 giugno 1941 inizia la deportazione in Siberia delle personalità politiche e religiose. Il 27 giugno 1941, dopo la perquisizione dell’appartamento, il vescovo Eduard viene arrestato. Chiede di poter pregare alcuni minuti in cappella, benedice le suore e gli otto agenti dell’NKVD, la polizia politica, dopo di che per 50 anni nulla si conosce della sorte toccata al vescovo. Soltanto nel 1990 si viene a sapere che il 21 novembre 1941 il vescovo Eduard era stato condannato a morte per spionaggio a favore della Germania.
Dai documenti in seguito ritrovati, si è venuti a conoscenza che durante l’interrogatorio del 21 novembre 1941 il vescovo aveva dichiarato: «Quando venne introdotto il potere sovietico in Estonia, non sono stato contento perché, come ecclesiastico, sapevo che il potere sovietico è contro la religione e non ammette nessuna libertà di parola e di religione. Durante le mie prediche invitavo i fedeli a non ascoltare i senzadio, ma ad interessarsi piuttosto della Chiesa e a pregare ogni giorno perché ci fosse concessa la libertà religiosa. Non penso che questa sia propaganda, ma semplicemente la verità».
Il vescovo Eduard Profitlich muore in carcere il 22 febbraio 1942. Nella sua ultima lettera scritta ai familiari si legge: «Che il Signore mi conservi la sua grazia anche in reclusione, affinché possa in tutto restare fedele alla mia grande e santa vocazione e alla mia missione, e possa offrire a Cristo e al suo Regno tutte le mie forze vitali e, se vorrà la sua santa volontà, anche la mia vita. Questo sarebbe il modo migliore per concludere la mia vita».