PERESVET-SOLTAN LJUCIAN IVANOVIČ (1906-1951)

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sacerdote cattolico

Padre Ljucian nasce il 5 maggio 1906 nel villaggio di Peresvjatovo. Frequenta il ginnasio a Vil’no, la facoltà di giurisprudenza a Varsavia per poi tornare a Vil’no, dove segue i corsi di teologia. Nel 1933 è ordinato sacerdote. Il suo primo impegno è nella cattedrale di Vil’no, come vicario. Nel 1940 è deportato dalle autorità lituane nelle regioni orientali della Lituania. Ritorna a Vil’no dopo l’aggregazione della Lituania all’URSS, e vi rimane anche durante l’occupazione tedesca. Insegna in un liceo clandestino e prende parte alla costruzione di un ospedale da campo.
Dopo il ritorno dell’Armata Rossa e il ristabilimento del potere sovietico, nel 1944 è arrestato come “membro dell’Armia Krajowa” e il 15 agosto 1945, senza processo, viene mandato in lager a Vorkuta, destinato al lavoro in miniera. Il 30 luglio 1946 è liberato dal lager e si stabilisce a Poval’noe, in Bielorussia, dove nel 1949 è nuovamente arrestato come “nazionalista polacco” e il 21 novembre 1949 è condannato a 25 anni di lager da scontare nei campi di Inta (Repubblica autonoma dei Komi), dove lavora all’estrazione del carbone. Anche in lager padre Ljucian svolge segretamente l’attività pastorale fra i detenuti.
Padre Ljucian Peresvet-Soltan muore in lager il 23 gennaio 1951. Ha 45 anni.