Želtvaj Nikolaj ViktoroviČ (1911 – 1984)

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sacerdote greco cattolico

Padre Nikolaj nasce l’8 novembre 1911 nella città di Užgorod in una famiglia dove il padre è un sacerdote greco cattolico. Terminate le quattro classi della scuola elementare, nel 1921 entra nel ginnasio della stessa città e nel 1929 prosegue gli studi nel seminario diocesano sempre di Užgorod. Nel 1930 padre Nikolaj assieme ad un altro seminarista Aleksandr Pun’ko, usufruendo di una borsa di studio concessa dal governo cecoslovacco, si trasferisce a Strasburgo (Francia). Dopo due anni i due seminaristi devono tornare in patria per disposizione del governo e proseguono gli studi nella città di Olomouc. Nel 1934 sono alla facoltà filosofica di Bratislava.
Nel 1937 padre Nikolaj viene ordinato sacerdote dal vescovo greco cattolico Aleksandr Stojka. Dal 1937 al 1944 svolge il ministero sacerdotale nel villaggio Pilipec. Dopo l’occupazione del paese da parte dell’esercito ungherese, nel marzo 1939 padre Nikolaj viene arrestato e trattenuto in prigione per un mese e mezzo. Viene liberato grazie all’intervento del vescovo Stojka. Ritorna alla sua parrocchia fino all’ottobre del 1944. Dopo l’occupazione da parte dell’Armata Rossa della Transcarpazia, il vescovo Feodor Romža trasferisce padre Nikolaj nel villaggio Chudl’ovo, provincia di Užgorod dove rimane fino al 30 maggio 1949.
Fin dal 1947 gli organi del potere locale, su pressione del KGB, fanno ogni sforzo per convincere padre Nikolaj a passare alla Chiesa ortodossa del Patriarcato di Mosca. All’inizio del 1949 gli organi del servizio segreto proibiscono a padre Nikolaj di svolgere qualsiasi attività pastorale e nello stesso tempo gli impongono di lasciare la casa parrocchiale. Per poter mantenere la famiglia padre Nikolaj è costretto a lavorare tagliando le piante nel bosco presso il villaggio Ljuta. Qui egli opera dal 25 luglio 1949 fino all’8 febbraio 1950, poi si impiega come magazziniere.
La figlia di padre Nikolaj, Maria, così ricorda quel tempo: “Mentre lavorava a Ljuta, il padre raramente veniva a casa (una volta ogni 3-4 settimane). Di solito veniva il sabato sera e partiva presto il lunedì seguente. In una di queste visite, la domenica 25 aprile 1950, gli uomini del KGB arrestarono il padre.” Nel motivo dell’arresto è scritto che il sacerdote greco cattolico Nikolaj Želtvaj organizza delle squadre di militari e invita la gente a combattere per formare uno stato indipendente dell’Ucraina carpatica con l’aiuto dei fascisti della Germania, invita alla lotta armata per separare l’Ucraina sovietica dall’Unione Sovietica ed unire tutte le terre ucraine in un unico stato indipendente, serve gli ungheresi che hanno occupato la sua terra, fra i credenti svolge propaganda antisovietica e inventa calunnie contro il partito comunista. Non deve meravigliare l’invenzione di queste favole perché a dominare la mentalità comunista, come afferma Havel, già presidente della Slovacchia ed animatore del dissenso, c’è il gusto della menzogna.
Il 17 maggio 1950 padre Antonij viene condannato a 25 anni di lager e alla confisca dei beni. Il primo soggiorno stabilito dal partito comunista è il lager nella città di Ekibastuz. In seguito viene trasferito in un lager nei pressi di Omsk (Siberia). A nome della famiglia, quattro figli di padre Antonij il 2 settembre 1954 scrivono una lettera alle autorità del luogo perché il padre sia liberato dal momento che la madre è ammalata e la situazione della famiglia è grave. Dopo un sopralluogo il partito decide che non c’è nessun motivo per concedere la grazia. Un’altra lettera scritta dalla figlia Maria alle autorità comuniste ottiene lo stesso risultato negativo. Soltanto il 14 ottobre 1955 la pena viene ridotta da 25 a 7 anni di lager; il 19 gennaio 1956 viene liberato e può incontrare la famiglia nell’agosto dello stesso anno nella città di Užgorod dove trova lavoro come ragioniere.
Padre Nikolaj muore a Užgorod il 15 ottobre 1984.
E’ riabilitato il 18 febbraio 1992.
La moglie Magdalina Edita Oros (1917–1991) dopo l’arresto del marito viene licenziata dall’insegnamento e lavora saltuariamente come donna delle pulizie. Dopo la pensione nel 1981 si trasferisce definitivamente nella città di Peič (Ungheria).