Padre Petr nasce il 13 giugno 1868 nel villaggio Lesoseki, provincia di Leopoli, decimo figlio di una numerosa famiglia contadina. Nel 1890, terminati gli studi ginnasiali, entra nella facoltà teologica dell’Università di Leopoli e il 3 dicembre 1894 viene ordinato sacerdote dal vescovo Julian Peleš che lo nomina parroco nel villaggio Sjaničok, attualmente Polonia.
Tenendo conto della sua energia e delle capacità organizzative, nel 1920 gli è affidata la parrocchia del villaggio Stebnik e, nel medesimo tempo, il decanato di Borislav. Nel 1945, dopo l’arresto di tutti i vescovi della Chiesa greco cattolica ucraina, ha inizio la persecuzione delle strutture amministrative medie della Chiesa, cioè è la volta dei decani. Gli agenti della sicurezza dello stato, tenendo in considerazione il rispetto e l’indiscussa autorità che padre Petr gode fra il clero e i fedeli, fanno di tutto per indurlo alla collaborazione e servirsi di lui nel loro progetto di liquidazione della Chiesa greco cattolica e di unione alla Chiesa ortodossa del Patriarcato di Mosca. Gli agenti del KGB incominciano a convocare padre Petr per interrogatori ed incontri sfibranti che deprimono pesantemente la coscienza del settantasettenne sacerdote. Spesso torna a casa fisicamente provato e moralmente depresso.
Quando la polizia si rende conto che questo vecchio sacerdote è un personaggio moralmente forte che non è facile piegare, passa a metodi più persuasivi. Il 21 giugno 1945 padre Petr viene arrestato ed accusato di attività antisovietica. Dopo essere stato trattenuto in prigione per 6 mesi, è condannato a 10 anni di lager, alla confisca dei beni e 5 anni di confino. Dopo la condanna Padre Petr rimane in prigione per altri 9 mesi. Il 23 settembre 1946 è trasferito alla prigione di Leopoli, dove è esempio di serenità e fedeltà agli ideali di Cristo per gli altri più giovani sacerdoti che con lui condividono la prigione.
Padre Petr Mekelita viene fucilato nel lager, in Siberia, il 30 agosto 1947.