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Nato nel 1866 nel villaggio di Kartmazovo, governatorato di
Vladimir, era un sacerdote ortodosso e oltre a celebrare in
parrocchia insegnava religione nel ginnasio di Suja. Dopo il
1917, quando l'insegnamento della religione venne abolito
nelle scuole, padre Pavel continuò le sue lezioni in
chiesa. Fu arrestato più volte, nel 1919, nel 1921 e
definitivamente il 17 marzo 1922. Era un valido predicatore
e attirava molte persone, per questo il regime cercava ogni
pretesto per arrestarlo. L'occasione propizia si
presentò durante la campagna per la requisizione dei
preziosi della Chiesa. Padre Pavel dichiarò che non
avrebbe consegnato di propria volontà i vasi
liturgici, ma che non sarebbe neppure ricorso alla violenza.
Quando la commissione per la requisizione si
presentò, trovò la chiesa gremita di fedeli e
non ebbe il coraggio di procedere al sequestro degli
oggetti. Su preciso ordine di Lenin due giorni dopo i
bolscevichi ritornarono armati e aprirono il fuoco sui
fedeli senza preavviso: quattro morti e diciotto feriti.
Seguirono gli arresti: il primo fu padre Pavel, che il 25
aprile 1922 fu condannato alla pena capitale. Padre Pavel
rifiutò di riconoscersi colpevole e venne fucilato il
10 maggio 1922 insieme a padre Ivan Rozdestvenskij e un
laico di nome Petr Jazykov. L'ultima preghiera di padre
Pavel fu per i figli che lasciava orfani. |