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Nacque Era un diacono ortodosso del villaggio di Kamysinka,
sugli Altaj. Venne arrestato tra la fine del 1928 e l'inizio
del 1929: dapprima detenuto alla sezione locale della
polizia, tentarono inutilmente di ottenere da lui un atto di
abiura, ricorrendo alle torture; poi venne trasferito nella
prigione di Bijask, dove finì in una cella di rigore
in cui non era consentito neppure coricarsi. Si permise alla
moglie di fargli visita in carcere, nella speranza che lo
convincesse ad abiurare, o almeno a lavorare il giorno di
Pasqua per dimostrare pubblicamente di aver superato i
"pregiudizi" religiosi. Alla moglie che lo consigliava di
rinnegare Cristo formalmente, conservandolo nel cuore,
Prokopij rispose: "Allontanati da me, Satana, e non
tentarmi". Quando lo unirono ad un gruppo di ecclesiastici
in partenza verso la deportazione, egli levò in alto
le braccia e intonò il canto pasquale "Cristo
è risorto dai morti". Fu immediatamente fatto uscire
dai ranghi e fucilato sul posto. Era il 1929. |