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Ortodosso,
nasce nel 1893 nel villaggio di Vel'chovec, nei pressi di
L'vov. Studia nel seminario di Char'kov e poi all'Accademia
teologica di Mosca. Nel 1917 viene ordinato sacerdote e nel
1920 prende i voti monastici, entrando nel monastero di San
Daniil a Mosca: proprio qui sarà arrestato nel 1927 e
condannato a 5 anni di deportazione nel Nord, per essersi
schierato con tutta la comunità monastica contro la
"Dichiarazione" del metropolita Sergij. Scontata la pena,
non avendo la possibilità di celebrare "legalmente"
opera in clandestinità nei dintorni di Mosca. Nel
1942, trovandosi sul territorio occupato dai tedeschi,
ritorna in Ucraina e lavora per la rinascita della Chiesa a
Zitomir; nel 1945 all'arrivo dell'Armata rossa viene
arrestato e condannato a 10 anni di lager. Il duro lavoro in
lager era per lui "un'obbedienza affidatagli da Dio".
Ripeteva spesso: "In monastero da novizio non ho avuto
occasione di sperimentare il lavoro manuale, il Signore ha
disposto che ne facessi esperienza ora nel lager". Tornato
in libertà, per mantenersi lavora come guardiano in
un kolchoz, visitando e sostenendo nel contempo i suoi figli
spirituali attraverso una fitta corrispondenza. Aveva il
dono della chiaroveggenza ed era considerato da tutti uno
starec. Muore a Mosca il 14 febbraio 1970. |