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Ortodosso,
prese i voti monastici nella Lavra delle Grotte di Kiev. Nel
1917 era insegnante nel seminario missionario della diocesi
di Cherson, dove nel 1922 subì il primo arresto (ne
sarebbero seguiti altri 24). Ogni volta che tornava in
libertà riprendeva con dedizione la sua
attività missionaria per il ritorno alla Chiesa degli
"innovatori" e di coloro che l'avevano abbandonata per
opportunismo. Quando non poteva svolgere il proprio
ministero ufficialmente, agiva in clandestinità. Nel
1927 si oppose alla "Dichiarazione di lealtà" del
metropolita Sergij e cominciò a celebrare
clandestinamente a Char'kov. Il primo gennaio 1931 fu
arrestato con l'accusa di aver organizzato un complotto
antisovietico. Padre Varsonofij fu torturato brutalmente, ma
non tradì nessuno. Condannato a 5 anni di lager, si
rifiutò di collaborare con il proprio lavoro
"all'edificazione della società socialista".
Considerava il lager e la prigione una "scuola spirituale,
un'occasione per camminare verso la perfezione, una grazia
del Signore". Rimesso in libertà nel 1935, riprese il
suo ministero clandestino. Nel 1936 fu arrestato per
l'ennesima volta e condannato a scontare la detenzione
nell'Estremo Nord, nelle miniere della Kolyma. Morì
durante il viaggio di trasferimento. |